CALCUTTA
E' notte fonda quando arrivo. Scendo dall'aereo, fresco nonostante 24 ore di volo. Mi sono visto "Mrs. Handerson presents" (bello!) e ho finito "Le intermittenze della morte" di Saramago (noiosetto ma con una fine che vale tutto il libro). Nell'aeroporto mi coglie un odore acre che e' gia' India. L'omino dei visti guarda il mio passaporto per lunghi minuti: lo soppesa, se lo rigira, lo controlla e lo riguarda molte volte. Alla fine mi lascia passare e welcome in India. Sul tapirulan piuttosto incerto passeggia un gatto malnutrito. La mia valigia piena di adesivi arriva puntuale. Esco e c'e' un signore a prendermi. Va a recuperare la macchina e io rimango li', sul piazzale dell'aeroporto di Calcutta. Arriva Bihim, un bambino bello e sporco. Chiede un soldo. Ha l'aria simpatica. Non gli do nulla. Lui continua, io tengo duro piu' di lui. Alla fine si arrende. Allora incominciamo a chiacchierare. E' sveglio, allegro e curioso. Quando salgo sulla macchina ci salutiamo. Ha otto anni, Bihim, il tempo trascorso dal mio primo viaggio nella citta' della gioia. Fra otto anni, penso, Pinetta sara' cosi'. Secoli...
Alla fine eccoci qua, in un albergo fichetto molto giapu (foto qua sotto). Se penso alla bettola sudata e puzzolente dove ero nel '98, non so bene cosa pensare. Eticamente tutto questo lusso continua a lasciarmi perplesso, ma non ho alternative al momento e quindi va bene cosi'. Da domani si comincia a lavorare. La differenza vera e' li', in quello che si puo' davvero fare lavorando per la Banca, rispetto a quando si era semplici laureandi in medicina. 
2 Comments:
At 2:40 AM, Anonymous said…
quando hai chiamato ieri stavamo facendo il bagno alle bambine....c'era una confusione tale che non abbiamo sentito il telefono....riproviamo questa sera?
Marta
At 7:00 AM, paolaperry said…
dai Capo, vai avanti.
non ci interessa niente se ti fanno stare un po' in mezzo al lusso, sappiamo che stai facendo qualcosa di molto importante.
un abbraccio a tutta la famiglia
Paola
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